Vagabondaggi a piedi e in barca

Fra le molte iniziative organizzate dall’Associazione, ci sono degli appuntamenti dedicati alla scoperta e cura della nostra bella città e della sua Laguna.

Vi ricordiamo i prossimi appuntamenti in programma fino all’estate.

Sabato 4 marzo alle ore 15, il secondo appuntamento con Guide al Terzo: la socia Luisella Romeo ci guiderà alla scoperta dei tesori della Basilica S. Maria Gloriosa dei Frari.

Domenica 16 aprile ripetiamo la nostra variante del plogging (la pratica di origine svedese che consiste nel raccogliere i rifiuti che si trovano per strada mentre si fa jogging), con l’iniziativa “Puliamo la Laguna a vela”.

Il 4 e 25 giugno faremo due veleggiate didattiche con l’Ecomuseo del Lazzaretto Nuovo.

Procedono i preparativi per Navalis

Oramai stiamo definendo gli ultimi dettagli del viaggio di equipaggi e barche che rappresenteranno per la prima volta la nostra Associazione a Praga in occasione di Navalis 2023, la più grande celebrazione barocca sull’acqua sotto al Ponte Carlo.

Le barche selezionate saranno le sanpierote Anna, Artemisia, Gustina, Madona, Magia, Minokuromasenete, Moeca e Musa, i topi venexian Adamas e Alcyone e i batei a pisso Maistral e Nono D’Oro.

Per il Campionato: convenzioni per il certificato medico

Come descritto nella pagina dedicata alle iscrizioni al Campionato AVT, è richiesto a tutti i partecipanti alle regate (quindi a tutti i membri degli equipaggi) di essere in possesso di copertura assicurativa per la pratica sportiva non agonistica della vela. 
I regatanti che non sono assicurati possono ottenere l’assicurazione tramite AVT al costo di 10 Euro/anno.

Per godere della copertura assicurativa, è necessario essere in possesso di un certificato medico di idoneità sportiva per attività non agonistica 

Per agevolare i propri soci, famigliari e sostenitori, l’Associazione ha stipulato due convenzioni:

  • Con lo Studio Medico Cintolo, via Trieste 110, Marghera, che prevede tariffe agevolate per le visite medico sportive non agonistiche. Al momento della prenotazione, specificate il vostro numero di tessera di AVT

I primi appuntamenti del 2023

L’11 febbraio 2023 all’Olivolo Paolo Rusca ha illustrato le manovre tipiche delle imbarcazioni con Vela al Terzo con un modello in 3D di un “armo perfetto”. Con manovre, manti, bozzelli e stroppe e un modello di albero e trasto in “scala ridotta”, il nostro socio ha spiegato cosa deve esserci a bordo delle nostre imbarcazioni (e cosa non dovrebbe esserci!).

Il 3 febbraio 2023 alla Compagnia della Vela abbiamo sentito il il Capitano di Vascello Gianfranco Bacchi: ripercorrendo la sua carriera dagli anni della formazione in Accademia Navale di Livorno al raggiungimento del comando della nave Amerigo Vespucci, ha raccontato in prima persona la sua storia di velista e di uomo, parlando di come seguire sempre il proprio personale “punto più alto”.

Sabato 14 gennaio la socia Laura Sabbadin ci ha illustrato tutte le ricchezze ,di Palazzo Pesaro Fortuny, riaperto dopo due anni dall’Acqua granda del 2019. Nel Palazzo, donato dopo la morte dell’artista Mariano Fortuny Y Madrazo alla città, si trovano dipinti, impianti illumino-tecnici, abiti, tessuti, colori e tinture frutti del genio di Mariano e Henriette, archivi fotografici e opere della collezione personale, documenti e brevetti, opere degli artisti e amici che al tempo giungevano a Venezia.

L’ultimo saluto a Gino

Tanti gli amici che hanno voluto rendere omaggio a Gino, una persona davvero speciale.

In rappresentanza del Comune di Venezia è intervenuta la Presidente del Consiglio Comunale Ermelinda Damiano con la fascia tricolore: un gesto di vicinanza e un sentito omaggio a quello che Gino ha rappresentato per la nostra Città.

Splendide le vele al terzo presenti. Gino se ne è andato avvolto nel guidone della Sua Associazione e con la maglia AVT.

Ciao Gino!

Dedicata a Gino

di Massimo Codato

GINO

Co’ ‘na sciòna in man,
‘na cima da tajar giusta
par un parancheto novo
che i te ga ordinà sto inverno,

drìo el bancon de a botega
cussi come drìo al trasto,
co’ l’antenèa de sora
che te varda Ti al timon,

come un putèo che te baxa,
te struca de ocio
un vento novo sto giro.
che no ti gavevi mai provà!

Un miracoeo:
Co’ a prora al vento
ea barca camina istesso
su l’acqua che par ojio.

Xe un bel ventexèo
chièto e fresco, sensa colpi,
un misioto de sirocco e garbin
condìo de borin che te inbrassa.

E ti vedi ea barca desso
che camina da soea
intanto che sto sofiar
te compagna, dove Ti Maestro,

anca qua Ti vol provar,
prima de tutti to fioi
inamorai de a to arte,
cossa che xe sto vento novo

che te fa vedar picoea a tera
e grando el mar del cieo.

Grazie Gino

Massimo Codato

 

In memoria di Gino Luppi

FUORI TEMPO MASSIMO di Alberto Sonino

Un mitico allenatore ucraino, nato a Kiev nel 1938 e detentore di 4 medaglie olimpiche nella vela (quattro ori ed un argento) ripeteva incessantemente che ogni regata è come una vita; ne abbiamo alcune alle quali decidere di provare a partecipare, terrene e celesti, e tutte hanno regole e specificità. Una delle regole impone un tempo limite entro il quale completare il percorso. Gino aveva completato il percorso ampiamente in tempo concludendo il suo fecondo ciclo di vita con serenità e soddisfazione. Se le barche avessero le ruote diremmo che Gino ci ha doppiati, cosa che ogni tanto succede nella vita come anche in alcune discipline moderne di vela.

Noi ora siamo fuori tempo massimo in questa regata (DNF – Do Not Finish per i velisti) e non abbiamo fatto in tempo ad onorarlo in vita. Dovremo recuperare con la prossima regata alla quale, almeno fisicamente, non parteciperà Gino, come ci eravamo abituati nell’ultimo biennio della sua malattia durante la quale non si era comunque risparmiato, onorandoci di presenziare alle premiazioni.

Domani l’associazione Settemari consegnerà un riconoscimento, sempre meritato dai premiati, che sarebbe stato perfetto al collo di Gino. Penso che il premio non gli sia stato ancora assegnato probabilmente per la straordinaria coerenza della sua vita, abituandoci alla sua immancabile presenza. Talmente ci siamo assuefatti alla sua generosità, gentilezza e rettitudine che, malgrado l’età avanzata e la grave malattia, risulta oggi difficile metabolizzare la sua assenza pur sentendoci grati del privilegio di averlo conosciuto e frequentato.

Avrei proposto il seguente testo come bozza della pergamena di un Gino Luppi veneziano dell’anno:

Per l’indefessa attività di promozione, dalla fondazione nel 1988 ad oggi, dell’attività e dei valori dell’Associazione Vela al Terzo (AVT), sodalizio che oggi rappresenta, coi suoi soci cittadini insulari e terrafermieri, meglio di qualasiasi altro, la cultura marinaresca veneziana, la resilienza del territorio e dei suoi abitanti (per scelta e per nascita), e la salvaguardia dei valori della città, come confermato dagli innumerevoli utilizzi, anche in contesti internazionali prestigiosi, delle immagini delle inconfondibili vele trapezoidali colorate che si stagliano su suggestivi scorci lagunari.

Uno dei pochi esercenti veneziani che, con la sua attività commerciale di prossimità, la storica ferramenta Trevissoi, ha resistito alle trasformazioni della città insulare mantenendo attiva una funzione vitale per i sestieri di Castello e San Marco.

Un marinaio veneziano, un imprenditore, un cittadino attivo, un mentore, un artista ed un amico di tantissimi che si adopereranno a mantenere in vita il suo stile ed i suoi insegnamenti.

Tra i molti episodi posso ricordare l’accoglienza con la quale, da Presidente AVT, accolse nell’associazione un gruppo di ignoranti velisti, provenienti da altre moderne classi veliche. Un benvenuto caloroso e non scettico di chi è profondamente saggio. Oltre ad intromettersi nel circuito di regate tradizionali con l’incompatibile mentalità delle classi olimpiche, questi particolari velisti avevano anche la velleità di improvvisarsi carpentieri e costruire nuove barche ispirate alla tradizione. Gino ci fece abbassare le orecchie e finimmo per archiviare l’arroganza della vela contemporanea e navigare per la laguna, per vent’anni ( meno di metà degli anni della sua esperienza), come lui ci insegnò. Gino aiutò a concepire le barche costruite alla Certosa tra le quali le Sampierote Tabasco e Vento di Venezia ed il Bateo a Pisso Corsaro, realizzato da studenti nell’ambito del corso per aspiranti maestri d’ascia. Grazie a Gino, il maestro d’ascia Matteo Tamassia ed altri soci, la barca fu disegnata sulle linee tradizionali della sua mitica Iolanda confrontate con quelle di Attilia, il Topo chioggiotto di Giorgio Righetti, l’altro compianto co-fondatore e presidente dell’Associazione vela al terzo.

Giorgio e Gino stanno sicuramente navigando affiancati, ognuno al timone della sua barca, verso un orizzonte un po’ più ampio della nostra laguna.

 

Alberto Sonino

Buon vento, Gino

L’Associazione Vela al Terzo sarà sempre grata al suo padre fondatore Gino Luppi, un Amico e un Maestro che non dimenticheremo mai.

Gino ha accompagnato generazioni di velisti al terzo, discepoli dell’Università Trevissoi dove, sul bancone del negozio, Gino faceva rivivere le mille situazioni di regata: gli approcci in boa, le manovre, gli abbordi. C’era sempre da imparare da Gino, dalla sua gentilezza di uomo mite e giusto. Iolanda, Il suo splendido bateo a pisso, era lo specchio della personalità di Gino: sempre perfetta, in ordine nei minimi dettagli, piena di piccoli e ingegnosi accorgimenti pensati da Gino per rendere confortevole la navigazione e la vita di bordo e realizzati con le sue mani sapienti. Non mancava nulla su Iolanda e Gino era un tutt’uno con la sua barca.

Che grande Maestro, il nostro Gino!

Le regate: un’occasione di stare insieme, e la sua unica preoccupazione era che fossimo arrivati tutti, felici della bella giornata sulle nostre splendide barche.

Buon vento Gino

Marco Bettini
Presidente Associazione Vela al Terzo 

Il racconto del Montiron

Passata la metà di ottobre, archiviata la calura, dimenticata la frenesia estiva dei barchini e la fregola agonistica delle regate, la laguna nord lancia ai barenanti il suo irresistibile richiamo.
Gli spazi ampi, la sensazione fisica di essere sospesi nello spazio e nel tempo di una laguna finalmente piatta, che si fa specchio, con la luce che inonda lo spazio, sia che il cielo sia terso, sia nel riflesso del cielo plumbeo del primo autunno: è sempre sorprendente il sollievo e la pace che questo mondo magico dona allo spirito dei fortunati che vi si immergono. 

Spinti da una marea favorevole, lasciata Torcello, superata Sant’Ariano, La Cura, Santa Cristina e la Motta dei Cunici, finalmente Maistral e Spiumante si affiancano e proseguono vicini. È già mattina inoltrata e finora sono stati pochi gli incontri, il migliore con uno stormo di fenicotteri rosa a riposo nelle secche. Non sono molto vicini, ma ben visibili dal ponte di prua dei topi, che consente di elevarsi e scoprirli, nascosti in po’ alla vista da barene e canneti. Non c’è brezza e proseguiamo lenti a motore per non farci sorprendere dal cambio di marea e da un temporale annunciato. La laguna nord ha le sue regole e vanno rispettate. Fra barene, bassi fondali e tracce di canale, passiamo alcuni casoni di pescatori in parte diroccati – e ci viene voglia di sognare come sarebbe bello farli rivivere. Bisogna essere quasi giunti alla meta perché il Montiron si faccia scoprire. È sempre sorprendente come questa magica isoletta riesca a tenersi celata anche in questo paesaggio dagli spazi ampi e liberi. 

Con la gioia di sentirci a casa, sbarchiamo il materiale, prepariamo le barche per la notte e rinforziamo gli ormeggi per il temporale che sta arrivando. Siamo già pronti con il fuoco acceso ed un bicchiere di vino in mano quando il vento rinforza e puntuali cominciano le piogge. Il casone è in ordine, grazie al lavoro di pochi appassionati che volontariamente se ne prendono cura. Passata rapidamente la pioggia, il cielo torna terso e ci perdiamo a contemplare uno di quei tramonti di fuoco sulla laguna che chiunque sia stato al Montiron non può scordare.
La cena è lunga, lenta, fatta di fuoco, fumo, profumo di costesine, ciacole, vino…. In barca si dorme bene sotto coperta, protetti dal fasciame in legno e dal tiemo.  Il “topo ciosoto” non ha rivali per il bivacco in laguna.

Il risveglio alla mattina è lento. Colazione con voce roca e poi preparativi per sistemare tutto e ripartire con la brezza della mattina, appena la marea di consentirà di lasciare gli ormeggi. L’acqua è uno specchio. Avanziamo lentissimi, per ore, senza stancarci di quel paesaggio, del rumore della barca che smuove appena le acque, del riflesso delle vele sull’acqua. Guardiamo gli stormi che attraversano il cielo o volano bassi sul pelo dell’acqua. Leghiamo le barche e organizziamo il pranzo “al lai”, mentre le barche avanzano ancora, lentissime, affiancate, manovrando sincrone, con le vele a farfalla o scontrando le vele per evitare le secche, mentre i due topi si inoltrano nei canali, fra le barene. C’è il tempo per una “ciacolata” con una famigliola che resta affascinata dalla nostra danza. “ma gnanca un remo ciape’ in man!” – “No”, rispondiamo, “abbiamo appena calato la pasta!”. Pescano seppie loro… Ne hanno preso quattro chili alcuni giorni prima. Siamo solo noi nello spazio di chilometri. Sono nati in laguna, ci dicono. Anche per loro quelle acque sono casa. Intanto la pasta già bolle in pentola e il sugo è pronto, mentre le barche lentamente ancora avanzano. 

È ormai primo pomeriggio e riaccendiamo i motori per tornare verso Venezia. Le vele però le teniamo ancora alzate, orgogliosi, e sulla via di casa salutiamo amici e turisti che ci ammirano al passaggio. Tornano i lancioni, le onde, i taxi. Siamo rientrati nel mondo ma resta ancora intatta la felicità per il tempo sospeso che la laguna nord ci ha regalato.

Arrivederci Montiron!

Fabio Graziani