“We are the champions, my friends/And we’ll keep on fighting till the end/We are the champions/We are the champions/No time for losers/’Cause we are the champions of the World”. Ebbene sì, le parole di Freddy Mercury e dei Queen sono la perfetta colonna sonora per le nostre gesta di lunedì 15 maggio – ovvero, il giorno di San Giovanni Nepomuceno.
La mattina, la nostra delegazione è accolta al Senato, un complesso architettonico in cui un nucleo boemo è affiancato da una residenza cinquecentesca all’italiana, con una loggia affrescata con le storie dell’Iliade. Insieme a noi, la delegazione della Moravia con i loro bellissimi costumi tipici che intona un canto tradizionale.
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Poi, in vista della grande serata, iniziamo ad addobbare le nostre barche con strisce luminose – un lavoro di sartoria, perché naturalmente ogni barca è diversa dall’altra, e per fortuna San Giovanni non è in banchina a sentire i commenti dei rudi marinai lagunari alle prese con i led. Gli organizzatori hanno pensato veramente a tutto e, oltre alla batteria per alimentare le luci led, danno a ogni imbarcazione due fari per illuminare le vele. Avremmo voluto tenerceli per il Redentore o la pesca “ae sepe”… ma abbiamo dovuto nostro malgrado restituirli dopo l’evento serale, nostro malgrado.
Nel frattempo, una nostra delegazione è ospitata dal Vescovo e poi partecipa alla Messa solenne nella Cattedrale. Chi scrive può solo riferire i racconti dei delegati, che hanno riferito di una cerimonia grandiosa, con magnifici canti e un raggio di sole a illuminare il rosone centrale.
Alla Messa segue la processione fino al Ponte Carlo, dove inizia una complicata regia che vede nell’ordine: benedizione sopra al ponte seguita da una gara di cannottaggio sul fiume, che include ache un dragon boat, poi il recupero da parte di nuotatori di una corona buttata nelle acque del fiume dove sarebbe stato gettato il corpo martoriato di san Giovanni Nepomuceno. |
A questo punto, scende dal cielo un paracadutista che, usando degli appositi razzi, passa sotto la sesta arcata del ponte (sotto! veramente emozionante da vedere); inizia il concerto su un ampio palco galleggiante e a un certo punto scendono dal cielo 5 altri paracadutisti con le uniformi illuminate che atterrano su un’altra piattaforma galleggiante (anche loro utilizzando dei razzi per dirigersi). Per non farsi mancare nulla, gli organizzatori hanno posto anche 5 punti da cui escono delle potenti fiammate seguendo la musica.
E noi dove siamo in tutto questo? Prima siamo a tirar bordi sulla Moldava (motore, remi, vela), poi siamo dietro alle barche dei cannottieri impegnati nella “regata” e poi giriamo lentamente sotto al palco durante tutto il concerto. Impresa non da poco, perché dietro al palco ci sono i bocchettoni da cui esce il fuoco, a cui è meglio non avvicinarsi, e insieme a noi girano attorno al palco kayak, canotti a motore, la dragon boat, le barche che accompagnano i turisti sulla Moldava (queste ultime ci fanno un po’ paura perché sono, rispetto a noi, grandi). L’unica barca che non ci dà pensiero è la gondola condotta dai nostri amici Vogatori del Brenta.
Però però però: le nostre barche con gli scafi e le vele illuminati dai led, sullo sfondo della città storica illuminata dalle luci e dagli ultimi raggi di sole, sono semplicemente “beissime”.
E AVT fa un figurone!
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